adidas Ultraboost 21 – Tutta l’energia per la tua corsa

Devo essere sincera, non avevo mai corso con un paio di adidas. Mi hanno sempre incuriosito, trovo che il brand abbia innovato tantissimo negli ultimi anni e si sia dedicato perspicacemente ad un miglioramento costante delle performance delle sue scarpe. Eppure, un po’ per caso un po’ per sfortuna, non mi era mai capitato di trovarmi ai piedi un paio di adidas.

Mi fa quindi particolarmente piacere aver testato le nuove Ultraboost 21. Un’assoluta novità per me. Non ci ho corso tantissimi chilometri (ma mi riprometto di farlo), ho tuttavia cercato di variare costantemente gli allenamenti in cui le ho testate per poterne apprezzare tutte le caratteristiche.

Il Parco di Monza con le montagne all’orizzonte

Il Parco di Monza e i Giardini della Villa Reale sono stati la mia cornice perfetta, sono sfrecciata più volte sul viale Mirabello con i miei allunghi e con bruschi cambi di direzione, e nonostante al Parco le “pazzie dei runner” siano piuttosto comuni, qualcuno che mi ha guardato stranito l’ho notato.

Devo aggiungere che, considerando la stagione di triathlon che mi aspetta (sperando che si possa tornare serenamente anche alle competizioni), con 3 gare a distanza Ironman, sto cercando la scarpa ideale che mi accompagni nelle 3 maratone che mi attendono. 

Le Ultraboost sono da sempre sinonimo di corsa e moda allo stesso tempo. Le abbiamo viste spesso portate come sneakers ai piedi anche di personaggi famosi.

6% di Boost in più sulle nuove Ultraboost 21

Le Ultraboost 21 (dove il 21 sta per 2021 e non perché si sia arrivati alla ventunesima edizione), scarpa simbolo di adidas, sembra considerevolmente diversa, in termini di caratteristiche tecniche, dal modello che l’ha preceduta. Tutte le implementazioni appaiono privilegiare la prestazione rispetto al look.

Insomma abbiamo davanti una scarpa che vuole a tutti gli effetti proporsi come primaria scelta tra le scarpe da corsa. 

First Look

Ad una prima occhiata quello che colpisce è il considerevole aumento di volume dell’intersuola, in particolare nella zona del tallone. 

Si infilano come un calzino grazie al Primeknit

E ovviamente un design che si fa notare, con gli intarsi gialli e neri che, vedremo, hanno una loro specifica funzione. 

Nella suola si aggiunge un colore: uno strato di gomma rosa

Calziamo la scarpa

Come tante scarpe da corsa, l’Ultraboost presenta una tomaia monopezzo in maglia simile a un calzino, che adidas chiama Primeknit, e che abbraccia perfettamente il piede

Indosso sempre le scarpe, in casa o per una breve passeggiata, prima di provarle davvero e, in questo caso, praticamente ho dimenticato di allacciarle. I lacci ovviamente ci sono, ma sono praticamente superflui perché la scarpa sta in posizione (almeno camminando) perfettamente.

Giallo su giallo

La tomaia ha un’importante novità: un inserto in Primeblue (la parte gialla sul fronte della scarpa), un materiale riciclato in parte realizzato con rifiuti di plastica raccolti lungo le spiagge e le coste. Reputo davvero positivo il fatto che un marchio così popolare come adidas sia sensibile al tema della sostenibilità. La sensazione è che questa tendenza crescerà in futuro pervadendo molti brand del mercato sportivo.  

Sul retro della scarpa, vicino alla caviglia, l’imbottitura è un po’ più “alta” di quella di altre scarpe da corsa e forma una sorta di linguetta che va a proteggere la zona del tendine di Achille. So che è una delle caratteristiche delle scarpe del brand, ma per me è una novità assoluta. Non ho mai avuto alcun problema in quella zona, ma posso testimoniare che la sensazione di comfort sul retro della caviglia è chiaramente percepibile. Per chi avesse quindi problemi al tendine di Achille consiglio di provare le Ultraboost 21. 

Inoltre, anche se manca l’anello per aiutare la calzata, la linguetta ne fa perfettamente le veci e calzare le Ultraboost, nonostante la sensazione “calzino”, è particolarmente semplice e veloce.

L’intersuola con Boost garantisce ammortizzazione e spinta

Appena calzate la sensazione è quella di essere proiettati in avanti e non di stare perfettamente verticali al terreno. Immagino sia per favorire la corretta posizione di leggera proiezione in avanti durante la corsa. 

E in effetti l’effetto è quello anche in corsa.

E adesso corriamo

Due cose si notano non appena si comincia a correre: tenere la posizione inclinata in avanti risulta più naturale e il boost che dà il nome alla scarpa funziona davvero.

Il boost è il materiale di cui è effettivamente costituita l’intersuola della scarpa e che conferisce la sensazione di reattività e rimbalzo passo dopo passo, senza rinunciare per nulla all’ammortizzazione.

La Ultraboost in effetti è davvero parecchio ammortizzata, l’impressione è che il tallone affondi un poco all’interno ma l’effetto rimbalzo è assicurato (e lo si nota anche a basse velocità). 

Drop 10 mm per le adidas Ultraboost 21

Sono partita correndo piuttosto piano, intorno ai 5:20 min/km, per poi passare ad una serie di allunghi. Ed è proprio sugli allunghi che si nota quanto l’effetto del rimbalzo si accentui con l’aumento di velocità e frequenza, mentre vada diminuendo la percezione di affondare nel tallone (anche se non scompare completamente). 

La scarpa ha un drop di 10 mm. Sul drop io non mi espongo mai particolarmente perché è davvero soggettivo e dipende dal tipo di corsa che ognuno di noi mette in atto. Ovviamente è un dato di fatto che quanto più efficiente è il gesto della corsa tanto più saremo in grado di essere veloci minimizzando lo sforzo, ma recenti studi hanno evidenziato che, probabilmente, non esiste un gesto che sia più efficiente di altri in assoluto e che sia valido per tutti i runner. Ognuno di noi, in poche parole, dovrebbe riuscire a trovare il modo migliore in cui correre.

Il drop alto vi aiuterà molto se siete abituati ad atterrare con il tallone o con il mesopiede, invece se siete abituati a correre con gli avampiedi perderete un po’ dell’effetto ammortizzante e di “boost” della scarpa. 

Suola e Grip

Se guardiamo la suola della scarpa è davvero singolare. 

Possiamo notare chiaramente un inserto giallo. Se vi state chiedendo cos’è sappiate che in adidas lo chiamano Torsion System LEP (Linear Energy Push) e serve a conferire alla scarpa, di suo piuttosto morbida e ammortizzata, più struttura e un pizzico di reattività in più.

Nuovo sistema LEP Torsion System

Vi garantisce, da un lato, un po’ più di controllo e stabilità, dall’altro una maggiore spinta.

Come vi dicevo prima, durante i miei allunghi e poi anche durante alcuni lavori come le ripetute, all’aumentare della velocità la scarpa perde un pochino in stabilità, ma è davvero una sensazione molto lieve e solo ad andature davvero sostenute.  Rimane comunque una scarpa stabile che non ha grossi difetti in questo senso. 

D’altro canto vi ho già parlato invece della sensazione di “aumento” del rimbalzo a seguito delle accelerazioni, un effetto combinato del boost e del LEP.  La piastra gialla che costituisce il nuovo sistema di torsione infatti è piuttosto dura: potete rendervene conto semplicemente toccandola. Inoltre, osservando la suola della scarpa si nota che si estende dal mesopiede alla parte anteriore. Appare simile alle piastre in carbonio che sono una delle novità recenti di molti modelli di scarpe da corsa. Correndo però, l’effetto è davvero differente. Non posso fare paragoni con i modelli precedenti di Ultraboost, ma ho provato scarpe di altre marche con la piastra in carbonio e la sensazione di ritorno e di spinta che danno è talvolta addirittura fastidiosa. È come se la piastra avesse una reattività tale da modificare (o da dar la sensazione di modificare) anche il gesto della corsa. Non è l’effetto che si sente sulle Ultraboost 21. Quando si aumenta la velocità in effetti la spinta progressivamente è più percepibile (come se fosse una sorta di molla che quanto più flettiamo tanto più salta), ma non arriva mai a modificare sensibilmente il gesto dell’appoggio del piede.

Consigliate per le lunghe distanze e per i runner sempre in comfort zone

Niente da dire sulla trazione, la scarpa mi sembra rispondere bene in termini di grip anche se devo dire che non ho avuto la possibilità di utilizzare su terreni estremamente insidiosi. Ma l’ho provata sull’asfalto bagnato e viscido e posso certamente affermare che la risposta è molto buona. La suola (Continental) sembra ben disegnata e anche in curva o in discesa, su terreni non perfetti come un leggero sterrato, la trazione è buona.   

Un piccolo difetto

Il peso: 340 grammi. Obiettivamente una scarpa così, con questa risposta incredibile in termini di ritorno e rimbalzo, potrebbe essere qualche grammo più leggera.

Realizzate in parte con plastica recuperate dal mare

A chi la consiglierei

Se state cercando una scarpa per gli allenamenti frequenti, per le lunghe distanze e, per i runner più esperti, per le lunghe distanze, la Ultraboost 21 fa sicuramente per voi.

A mio parere, a livello psicologico, può essere un incentivo anche per quei runner che sono abituati a correre sempre allo stesso passo, l’effetto rimbalzo infatti sprona ad aumentare la velocità.

Se state cercando una scarpa per correre la maratona della vostra prima gara a distanza ironman, sicuramente la Ultraboost offre un comfort e un’ammortizzazione eccellenti. L’unico aspetto da tenere in considerazione è la calzata avvolgente che, talvolta, dopo molte ore di bici, può risultare per alcuni un po’ faticosa.

I giardini della Villa Reale a Monza sono sempre uno spettacolo, con le Ultraboost ai piedi, uno spettacolo di energia

In conclusione il mio giudizio finale è davvero positivo. Le Ultraboost 21 sono decisamente uscite dal mio personale scaffale “moda” e sono entrate di diritto in quello delle scarpe da corsa. 

Disponibili sullo store ufficiale adidas

Se volete guardare le mia recensione, la trovate qui sotto o sul mio canale YouTube

Video Recensione

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